sabato 30 giugno 2012

Ritorno a Cagliari di Gian Biagio IS0EZZ 30/06/2012


Dicono di me...

19/06/2012. Ulyxes4: dalla Sardegna al Brasile e ritorno, in solitaria. Novembre 2011 - Giugno 2012
http://linguaggio-macchina.blogspot.it/2012/06/ulyxes4-dalla-sardegna-al-brasile-e.html

12/03/2012. IS0EZZ/MM Il navigatore solitario su Ari Fidenza Forum
http://www.arifidenza.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=182896

06/10/2011. IS0EZZ/MM in solitaria su "Ulyxes"
http://www.dxcoffee.com/ita/2011/10/06/is0ezzmm-solitaria-su-ulyxes

I CAPITANI CORAGGIOSI
http://www.ruggerobilleri.it/1ICAPITANICORAGGIOSI.htm


ARTICOLI APPARSI SUI GIORNALI


11/10/2005. Il geologo che ama il mare. Velista cagliaritano conclude dopo due anni il giro del mondo.

03/09/2005. Solo al timone di Ulyxes, il giro del mondo in due anni

13/06/2004. Motore in avaria. Navigatore solitario bloccato.

27/03/2004. L'Ulisse sardo ritenta il giro del mondo.

02/12/2003. Una burrasca sconfigge Mulas. Rompe il timone e si lussa la spalla " Ripartiro' ".

01/12/2003. L'Ulisse sardo sconfitto dalla burrasca.

01/12/2003. Finalmente a terra il navigatore solitario Cagliaritano.

09/11/2003. Bandiera dei Quattro Mori per il navigatore solitario.

04/11/2003. L'Ulisse di Monserrato in partenza per il giro del mondo in barca a vela.

05/05/2003. Su una barca verso l'Artico: la sfida dell'ex pilota di jet.

mercoledì 27 giugno 2012

038d 42.00 N / 007d 36.00 E Mancano 50 nm a Teulada,. le assaporo una ad una 
Messaggio ricevuto il 27/06/2012 ore 08:05 UTC

Una Notte

Poco fa sono uscito in pozzetto, intendevo fare i soliti controlli prima di andare in cuccetta per la notte. Mentre poggiavo il piede sul primo gradino della scaletta di uscita, da fuori mi e' giunto un baluginio che mi ha sorpreso. Venendo dal quadrato illuminato la vista non era abituata all'oscurita'. Ma subito ho visto meglio. Era il riflesso della luna crescente sulla superficie solo debolmente increspata del mare. Mi sono detto " Che meravigliosa visione ". Continuo la mia salita e mi siedo in pozzetto. Ulyxes procede placidamente nel poco vento, il mare e' calmo e le onde languide ispirano serenita', il cielo, con questa luna cosi' lucente e un pensiero mi ha fatto sussultare. Un fulmine mi ha percorso, mi ha preso alla gola un senso di smarrimento. Ma questa e' l'ultima notte di navigazione di questo viaggio! Ma come e' possibile! Avevo da coprire 12000 miglia e ora me ne sono rimaste solo 90 fino a toccare le sponde della mia Sardegna. Ma, e tutte quelle notti, a volte insonni, per il tempo, per problemi a bordo, per il traffico? Sembrava che fossero eterne e che ne fossero infinite. E ora non ne e' avanzata che una. Perche' non me le sono memorizzate una ad una, nei dettagli, come la ripresa di un film, per poterle rivivere? Nella vita normale le notti sono giusto un periodo in cui la luce del sole e' assente. Nel pozzetto della barca le notti sono il regno della magia, del mistero, della soprannaturale luce delle stelle. La notte a terra e' buia e non da mai gioia. A bordo non e' mai buia, l'immensita' ti sovrasta senza minacciarti, le stelle, la Via Lattea, le profondita' cosmiche sono la', a portata della tua anima. Non le puoi toccare, anzi ti testimoniano, senza malanimo, che tu non sei assolutamente niente, loro sono in una dimensione di fronte alla quale tu conti quanto lo zero. Eppure, nel pozzetto della barca, questo pensiero non mi angoscia. La mia infinita piccolezza non mi angoscia. Il firmamento e' infinitamente infinito ma io da quaggiu' lo posso vedere, ne posso percepire la sua essenza sensibile, e allora esisto anch'io. Sono una parte di questo firmamento anch'io. E anche questo mare esiste. Non mi chiedo perche' le cose sono cosi'. Non mi chiedo il fine delle cose. Mi basta sentire il fruscio del vento, il canto dell'onda sotto la luce della luna e la vita ha senso perche' e' cosi'. 

L'equipaggio di un piccolo vascello

C'era una volta, in un porto dell'Isola d'Elba, un piccolo vascello, negletto e rugginoso. Era li, immoto e malinconico, forse aspettava che qualcuno se ne prendesse cura, ma non si sa, lui non parlava. Non che fosse di chissa' quale lignaggio o ascendenze, ne' aveva conosciuto glorie di alcun tipo. Era un piccolo vascello qualunque, che pero' aveva conosciuto giorni migliori e che aveva ancora tanto da dare, la sua panciuta carena d'acciaio poteva fare ancora tante miglia. E ci fu l'incontro. Un piccolo vascello qualunque, un piccolo amante della vela qualunque, anche lui un pochino ammaccato dalla vita, hanno la ventura di incontrarsi. Ma non per caso. Il piccolo amante della vela era in cerca dell'anima gemella, per navigare s'intende, perche' per la vita ne aveva avuto abbastanza, almeno per allora, dell'anima gemella. E fu amore a prima vista. E furono mesi e anni di amorevoli cure. Con la mazza da 10 kg per raddrizzare la falchetta tutta storta. Con uno smeriglio industriale per tagliare le lamiere che non erano piu' stagne, cioe' avevano i buchi. Con la martelletta pneumatica con la quale togliere la ruggine. Faceva un baccano tale che rendeva tutti edotti che ci stavo lavorando fino a 5 km di distanza. E poi saldatrici, trapani, vernici a bidoni, nuovi oblo' e mille altre cose, finche' Ulyxes torno' in acqua che era di nuovo un bellissimo piccolo vascello. Azzurro come il cielo, affilato e duro come la lama della migliore spada. E il piccolo amante della vela gia' sognava di andare lontano, sulle ali del vento, ad ascoltare il sussurro delle onde. Ma era solo e per lui, tutto solo a bordo. quel vascello non era poi cosi' piccolo. Forse gli abbisognava della compagnia. Gia' a bordo aveva trovato Giovanni. Un motorino qualunque, piccolo anche lui. A vederlo non sembrava un tipo su cui fare affidamento, sembrava piu' fatto per una piccola motopompa agricola che per andare per mare. E invece no. Giovanni si sarebbe mostrato un compagno meraviglioso e talmente affidabile che anche quando doveva fermarsi o rompersi, lo ha sempre fatto con giudizio. Mai che l'abbia fatto in modo da mettermi in crisi senza soluzione, avevo sempre una via d'uscita onorevole. E poi arrivo' Scipio il timone a vento. Un tipo bizzarro, una forza della natura, un permaloso come pochi. All'inizio in effetti a bordo c'era il cugino, il nome e' ignoto. Ma ebbe breve vita, durante una burrasca si suicido'. Lo trovai che penzolava da poppa, irrimediabilmente scassato, con qualche frattaglia perduta nell'abisso, non lontano da Algeri. Magari soffriva troppo di mal di mare, chissa'. E poi fu Scipio appunto. All'inizio non collaborava, tutt'altro. Mi canzonava. Dopo lunghi conciliaboli e manfrine magari mi dava il contentino. Per un poco teneva bene il timone e Ulyxes procedeva in rotta. Poi, secondo me con malizia, cominciava a dare i numeri, faceva il pazzo ed erano ancora ore di dialogo, di tentativi di convincimento, di parolacce, di maledizioni e, dioneguardi , di veri e propri corpo a corpo. Una volta, esasperato dalla sua cocciutaggine a fare cio' che intendeva lui e non cio' che serviva a me, gli ho mollato uno scappellotto tale che la pala di legno si e' piegata, infranta ed e' caduta in mare (quanto mi sono sentito un misero dopo!). Ma l'eta' ha portato saggezza, a lui e a me. Ora il sodalizio e' perfetto, lui in genere fa quel che voglio io. In quei rari casi in cui la sua testardaggine e' senza scampo, bene, in quel caso andiamo dove vuole lui. In genere, dopo un po', ridiventa ragionevole, e mi asseconda. Ma Scipio, essendo "a vento", quando vento non ce n'e' e magari Giovanni si offre per spingere un po', non riesce a rendersi utile. Ecco che viene in aiuto un altro cugino, ma alla lontana. Trattasi di tale Pasqualino Settebellezze, un autopilota elettronico, anche lui, ma e' una mania, piccolo piccolo. Ma soffre dichiaratamente il mal di mare e infatti quando c'e' un poco d'onda gli gira la testa e non pilota piu'. Ma se il mare e' calmo allora ronza e spernacchietta giulivo e tiene la rotta egregiamente. Durante il viaggio c'e' stato anche un lieto evento. Grande giubilo a bordo perche' Archimede, in mezzo a non poco travaglio, ha finalmente visto la luce. Chi e' Archimede? Lo dice la parola stessa. Un marchingegno. Questo fattapposta, un piccolo autopilota a barra trapiantato sul cabezon di Scipio, privato della pala del vento, fa diventare il suddetto Scipio un timone non piu' a vento ma con sensore elettronico, cioe' invece di mettersi d'accordo con la direzione del vento si mette d'accordo con la direzione del Nord magnetico. Funziona? Ora egregiamente, ma essendo lui un poco marchingegnoso, gli viene riservato un ruolo solo quanto i titolari, Scipio e Pasqualino Settebellezze, si trovano in imbarazzo per forte onda e poco vento. Chiuso il reparto timonieri, viene ora il servizio di vedetta, per il quale c'e' una certa abbondanza di equipaggio. L'ultimo arruolato e' Cacao Maravigliao, il radar detector, ma ne riparleremo. Per diritto di anzianita' bisogna citare Polifemo, un radarino, piccolo ma che piu' piccolo non esiste proprio in commercio. L'antennina sta appollaiata su una crocetta e lo schermetto, quasi un giocattolo, al tavolo di navigazione. Sembra finto e invece quanta compagnia mi ha fatto, vero Poly? Solo qualche giorno fa nel traffico natalizio dello Stretto di Gibilterra, se non fosse stato per lui sarebbe stata un giro di roulette russa. E anche ora, fuori dal delirio dello stretto, quante belle dormite mi lascia fare tra un bip e l'altro dell'allarme per navi vicine. Torniamo a Cacao. Era una volta abile e prestante. C'era questa questione un po' discutibile che si facesse chiamare Merveille, ovvero Meraviglia, un po' immodesto invero, avrei dovuto insospettirmi, forse non era della giusta "piccolezza" per Ulyxes. Orgoglioso e sicuro, ogni volta che un radar, presumibilmente di una nave, perche' in autostrada di norma non andiamo, era puntato su Ulyxes, lui cominciava a starnazzare come le oche capitoline e io sapevo di aver visite. Per un po' e' stato vero amore con l'amante della vela. Ma poi, com'e' come non e', passando l'equatore ha cominciato a dare segni di squilibrio. Starnazzava e non c'era nessuno. Pensavo a fenomeni elettrostatici e lo perdonavo. Passato l'equatore ha continuato a vaneggiare. L'ho aspramente redarguito e lui, evidentemente molto permaloso, sapete e francese, si e' chiuso in totale mutismo e ora non starnazza neppure se lo martellate con un magnetron da 100 kilowatt. Ero nei guai. Senza questa vedetta ad dare una mano a Polifemo come potevo fare? Nei Caraibi viveva un lontano parente di Cacao, un ricevitore AIS. L'ho invitato a bordo, l'ho installato un po' distrattamente, in un angolino. In fondo non era che un parente povero di quel Cacao di nobile stirpe ma ormai in crisi catatonica dichiarata. Quanto mi sbagliavo! Il parente povero si e' dimostrato fidato quanto la piccola vedetta lombarda. Non ha mai fatto cilecca ed e' molto piu' estroverso del parente ricco. Mi da' un sacco di informazioni sul traffico. Secondo me e' un po' pettegolo perche' sa sempre tutto dei nostri vicini, ma che m'importa, tanto non ci conosce nessuno. Insomma ha preso il posto del parente nobile malato e, pour le merit, e' stato ormai arruolato come l'unico e vero Cacao di bordo. Bene, ora sapete che il piccolo amante della vela nel piccolo vascello non era solo. Ha attraversato l'Atlantico in varie direzioni ma c'era con lui una schiera di piccoli aiutanti con poco humor, e' vero, ma anche poco pretenziosi, instancabili, affidabili, i quali, anche se son fatti di latta, bulloni, transistor, fili elettrici e quant'altro, un pochino meritano il mio affetto.

PS
E poi, volete mettere, mai una volta che mi contraddicano, idiosincrasie di Scipio a parte. Davvero l'equipaggio ideale.

martedì 26 giugno 2012

038d 29.00 N / 006d 04.00 E Vento poco ma anche strada da fare poca:120 nm a Teulada. 
Messaggio ricevuto il 26/06/2012 ore 13:00 UTC


038d 25.00 N / 005d 24.00 E Gianni bravo, esattamente come avevi detto!Vai Giova! 
Messaggio ricevuto il 26/06/2012 ore 05:20 UTC


lunedì 25 giugno 2012

038d 26.00 N / 003d 51.00 E Ho chiesto in giro, a bordo non molliamo, 
Messaggio ricevuto il 25/06/2012 ore 12:10 UTC


038d 12.00 N / 003d 26.00 E Si procede malgrado il perfido NE.Vai Giova!! Fagliela vedere! 
Messaggio ricevuto il 25/06/2012 ore 04:30 UTC


domenica 24 giugno 2012

038d 07.00 N / 002d 11.00 E Giovanni da una mano ma questo NE e' proprio caino. 
Messaggio ricevuto il 24/06/2012 ore 12:15 UTC


037d 48.00 N / 001d 55.00 E Mancano 345 nm. Si continua a bordeggiare.Che fatica! 
Messaggio ricevuto il 24/06/2012 ore 04:40 UTC


sabato 23 giugno 2012

037d 31.00 N / 001d 16.00 E Mancano 385 nm. Forza Ulyxes. Uno sforzo ancora. 
Messaggio ricevuto il 23/06/2012 ore 12:45 UTC


La Scia

I monti dell'Andalusia sono ormai scomparsi nella bruma, dietro di noi, me ed Ulyxes. Che meravigliosa andatura col vento al giardinetto ed un mare ben maneggevole. A questa magnifica velocita', vedo le miglia rimanenti diminuire rapidamente e questo mi da' una grande felicita', quasi un'euforia. E poi c'e' una cosa che solo stando a bordo si puo' comprendere appieno. Quando la barca va veloce, la scia diventa uno spettacolo bellissimo che non ci si stanca mai di osservare, che ti ipnotizza. Ogni chiazza di schiuma che vedi scivola via e non la vedrai mai piu'. Mentre la vedi formarsi sta gia' scomparendo, e gia' il passato, le prossime chiazze giacciono, ignare ed invisibili, davanti alla prua, ma Ulyxes sta andando veloce, a stanarle, una ad una, e le fa nascere e, contemporaneamente, le abbandona, deve andare a creare le prossime. Questa infinita creazione e abbandono della schiuma della scia e' una metafora del trascorrere del tempo e dell'avvicinarsi della meta, e' vivere il tuo viaggio dando una dimensione ad ogni istante che passa, perche' in ogni istante la scia e' diversa. Quella che stai vedendo e' gia' un'altra, non e' piu' quella di un momento fa, che appartiene ormai al passato. Ma tutte le scie appartengono alla superficie del mare, nella sua infinitezza, con le sue onde potenti ma regolari, che danno un senso di virile affidabilita' e la barca sembra procedere su di esse come fosse sul del morbido velluto. E' davvero inspiegabile l'innocente sorpresa che mi colpisce nel vedere come Ulyxes reagisca ogni volta con una sua propria sensibilita' a condizioni di vento e di mare gia' incontrate mille volte in passato. Ogni volta sembra diversa. Come un'interpretazione artistica. Mi viene alle labbra spontaneo un complimento: Pero', questa barchetta! Forse pero' non sono sorpreso da come la barca si adatti al vento e al mare, ma da come questo miracoloso equilibrio di forze, questa misteriosa alchimia fra il denso del mare, l'impalpabile dell'aria, la determinatezza e la meccanica risoluzione della barca mi conducano dove io desidero, mi facciano viaggiare. E il viaggio in barca e' un andare verso la meta, ma e' anche un esistere in se', un amplesso totale con la natura e le sue forze. E con le mie forze. Conta raggiungere la meta del viaggio, quella che ho segnato sulla mia carta. Ma ugualmente conta tutta quella rotta che sulla carta traccio, momento per momento. Ogni punto di quella rotta e' un istante di quell'intimo rapporto con se' stessi, con la barca, con il mare, con il vento. Ciascuno di quei punti della rotta e' stato un punto dell'esistenza, in quei punti si e' arrivati, l'equilibrio tra le forze della natura, le reazioni della barca, la mia volonta', ci ha portato fino a ciascuno di essi. Ma ogni punto, una volta raggiunto, e' gia' storia, ha gia' dato tutto col solo fatto di esistere come punto della mia rotta. E' un momento. Subito sta maturando il prossimo punto che, come ogni punto del viaggio, e' agognato, e, non appena esso e' raggiunto, non appena diventa un trattino di matita sulla carta, esso cambia di sembianze, non e' piu' l'oggetto che desideravo conseguire, e' un'altra cosa, e' il passato ed il suo posto e' preso, dal futuro, dal punto che deve ancora venire, dal successivo momento della vita. Fino alla fine del viaggio, e fino alla fine dei giorni.

venerdì 22 giugno 2012

037d 30.00 N / 000d 15.00 E Bonaccia clamorosa,ne approfitto e cucino, oggi melanzane al funghetto 
Messaggio ricevuto il 22/06/2012 ore 12:00 UTC


giovedì 21 giugno 2012

036d 57.00 N / 000d 58.00 W Ancora vento favorevole. Procedo verso casa in attesa dei previsti venti contrari. 
Messaggio ricevuto il 21/06/2012 ore 13:05 UTC


Falla a bordo

Quando vedrete questo racconto pubblicato sul sito vorra' dire che il mio viaggio sta concludendosi felicemente e che Ulyxes e' di nuovo in acque amiche. Avevo deciso di non pubblicarlo prima per rispetto e amore nei confronti delle persone che mi vogliono bene e che, da lontano e quindi in maniera generica e senza riferimenti troppo precisi, patiscono l' ansia di sapermi lontano in mare. Conoscere nei dettagli il rischio che ho corso in occasione dell'incidente che sto per raccontare avrebbe aggiunto un altro motivo di apprensione. Ecco perche' ho reputato che fosse meglio pubblicare questo raccontino solo a viaggio in via di conclusione.

L'argomento e' la rottura della presa a mare avvenuta la notte del 24 ottobre 2011, e l'apertura conseguente di una falla importante nello scafo di Ulyxes.

Come molti racconti del terrore eravamo in una notte buia e tempestosa, magari tempestosa e' eccessivo, pero' navigavo gia' da diverse ore bolinando contro un vento di 20-25 nodi, la notte era buissima e le onde di tutto rispetto. Il fracasso del mare contro lo scafo era molto forte, a bordo tutto gemeva e strideva, avevo perfino spento Sancho, il generatore eolico perche' il suo sibilo aumentava il rumore generale con una nota acuta angosciosa. Non timonavo perche' a questo pensava Scipio, il mio timone a vento, che pero' non era piu' fido come una volta. Le modifiche che avevo apportato non erano ancora a punto, solo le sollecitazioni della navigazione in mare agitato potevano tirar fuori le magagne, cosi' come stava avvenendo. La sua regolazione era ancora difficoltosa e lui era ancora talvolta inaffidabile. Lo era al punto da provocare, inopinatamente, delle strambate che non avevano avuto conseguenze serie perche' io tengo sempre rizzate le ritenute del boma il quale, in caso di strambata appunto, viene comunque tenuto in posizione di sicurezza, e non puo' spazzare il ponte e il pozzetto come un ariete impazzito. Quindi non sono esattamente tranquillo. Posso anche dire con onesta' che ancora non mi ero riabituato alla navigazione in solitario. Prima di partire pensavo che nello spazio di alcune giornate di navigazione si sarebbe ricreato quel sodalizio tra me, la barca e gli elementi di cui tanto avevo gioito durante il mio viaggio precedente. E invece il processo e' stato molto piu' lungo e, a tratti, tormentato. Torniamo quindi a quella notte. Ho lasciato il fracasso del pozzetto per avere un po' di pace al riparo, in quadrato. Credo fosse circa l'una di notte. Dentro la barca i rumori esterni arrivano attenuati mentre si sentono ovviamente quelli interni. Il rumore dell'acqua che scorre contro lo scafo e' presente ma attutito. C'e' un altro rumore d'acqua in movimento, e' quello dell'acqua che sta in sentina, risultato della non ermeticita' di un oblo' che ancora non sono riuscito a sigillare. Non e' molta, a dir tanto il contenuto di due secchi. Pero' il continuo beccheggio della barca fa si che questa poca acqua scorra avanti e indietro provocando un rumore caratteristico, come di ruscellamento, Lo conosco. Non mi preoccupa, la via d'acqua e' piccola e non e' suscettibile di crescere. Periodicamente sgotto con la pompa di sentina che pero' non e in grado di vuotare totalmente la sentina stessa, un fondo resta sempre, ed e' appunto quello che genera lo sciacquio. Sono al tavolo di navigazione, assicurato con l'apposita cinghia per evitare di essere catapultato in occasione dei movimenti piu' selvaggi. In mezzo a tutti gli altri rumori sento una nota diversa nel ruscellamento della sentina. Aguzzo l'udito, mi dico che non c'e' nulla di anomalo, e' il solito rumore. Passa forse un secondo, lo risento, e' diverso dal solito. Scendo in quadrato e sollevo un pagliolo per controllare. Nel fondo della sentina l'acqua sembra la solita, siamo al buio e voglio disperatamente credere che sia cosi'. Ma, essendomi avvicinato, risento meglio il rumore. E' piu' avanti, non e' in sentina. dio, ma e' sotto i paglioli della cabina di prua, col pagliolo sollevato si sente uno scroscio spaventoso, l'acqua sta entrando in barca in grande quantita' e il livello in sentina sta salendo velocemente. Il cuore mi batte all'impazzata, la barca ha una via d'acqua enorme, lo capisco al volo dal rumore e dalla velocita' con cui sale il livello in sentina. Metto in azione le pompe e, freneticamente sposto i bidoni da 25 litri di gasolio che ho riempito a Gibilterra come riserva per l'attraversamento a motore della zona delle calme equatoriali. Sono pesanti ma nell'urgenza della situazione li sollevo come piume dopo averli slegati gli uni dagli altri. Sollevo il primo pagliolo e vengo letteralmente investito dal getto d'acqua che viene da un buco nello scafo. Resto una frazione di secondo inebetito. E' una immagine che non rientra nella logica della mia mente. Non puo' esserci un buco nello scafo della mia bella barca in acciaio ad alta resistenza. Dove c'e' la falla c'era prima un tubo di acciaio inox, che come tappo ha il sensore del solcometro. Normalmente stava laddove ora c'e' il buco che vomita acqua. Invece ora sta reclinato, di fianco, lasciando aperto un foro di circa cinque centimetri di diametro nella carena. E l'acqua si sta precipitando dentro attraverso questo foro. In quei momenti la mente elabora a velocita' inaudite. Il tempo si dilata e un secondo diventa lunghissimo. Mentre cerco di fare ordine nelle idee e nelle emozioni, faccio l'unica cosa possibile al momento, pongo il palmo della mano a chiudere il foro e impedisco all'acqua di entrare. La barca intanto continua a navigare, Scipio, ignaro, fa del suo meglio per tenerla di bolina, e il vento e le onde continuano col loro fracasso. Io solo laggiu', inginocchiato e quasi al buio, con una mano ostacolo l'ingresso dell'acqua e per un attimo mi vedo perso. La mia solitudine diventa un simbolo di morte. Sento come una sofferenza fisica la mancanza di un mio simile che mi aiuti. Ho il cuore che sembra voglia scoppiarmi nel petto. Cerco di darmi una strategia. Sono attimi di angoscia essenziale, non c'e' spazio per altro. Ma poi, e sto parlando di secondi, lunghissimi, ma attimi, fulminei, faccio l'appello mentale delle risorse sulle quali posso contare per uscire da questo casino. So che per questi casi, sempre con l'idea che mai ne avro' bisogno, ho preparato, in un posto molto a portata di mano, dei coni di legno di varia misura. Dovro' recuperarli, dovro' recuperare il martello, dovro' portare il tutto dove e' il foro, infilare il cono della misura adatta nel foro stesso e martellarlo a morte, finche' esso non sia piantato solidamente ad ostruire la falla. Devo fare questo senza errori, non devo fare un benche' minimo passo falso, niente mi deve cadere di mano, ormai la sentina e' piena d'acqua e non troverei piu' nulla. Faccio mentalmente il percorso piu' veloce e sicuro, visualizzo dove mettere i piedi, metto bene la pila portatile in tasca, non mi deve cadere. E poi, la cosa piu' difficile, devo decidere quando partire. Sono ben conscio che dal momento in cui togliero' la mano la cateratta si riaprira', mi si spacchera' il cuore a risentire quello scroscio dentro la barca. Ma non ho scelta, non c'e' la mano di un altro pronta a rilevare il mio posto. Sono solo. Respiro profondamente, mi concentro, ho un solo pensiero, fare velocissimamente ma senza errori, se sbaglio qualcosa potrei non avere un'altra possibilita', almeno cosi' mi sembra. Parto. Lascio dietro di me la colonna d'acqua che entra in pressione, salto in plancia, apro lo stipo sotto il tavolo di navigazione e prendo i coni, vado a destra piu' in alto, apro il contenitore degli attrezzi lunghi e prendo il martello. Mi rigiro con freddezza, ripercorro la strada all'indietro, con calma studiata, non devo incespicare sui paglioli sollevati alla rinfusa. Torno alla falla mettendo subito la mano per ostruirla. Sto un lungo istante a prendere fiato. Ora sento di avere delle possibilita' da giocare, l'angoscia si allenta. Ora il punto e' far bene il lavoro, bisogna otturare la falla in modo che non si riapra. Prendo il cono piu' grosso e provo ad infilarlo nel foro, in mezzo ad un festival di spruzzi ma, il diametro e' insufficiente. Di poco. Recupero uno straccio, sempre tenendo la mano destra sul foro e in qualche modo, con la sola mano sinistra, lo avvolgo intorno al cono, lo infilo nel foro e comincio a dare di martello. Questa volta il diametro e' sufficiente. L'acqua non entra piu' a fiotti. Resta un insignificante trafilamento. Resto interi minuti a fissare il cono che adesso protrude orgogliosamente, e' piantato con forza nel foro e col passare del tempo si imbibira' completamente gonfiandosi e facendo ancora piu' forza contro il foro. Mi dico queste cose mentre comincio ad accorgermi che mi tremano le mani. Anzi, tremo un po' tutto, ma forse e' perche' mi sono inzuppato i vestiti. Mi sposto al tavolo di navigazione per fare il punto della situazione, per controllare che cosa sta succedendo fuori, perche' il mare e' sempre molto grosso ed il vento sempre rabbioso, e bisogna che qualcuno segua la navigazione. Passa una diecina di minuti. Ogni tanto controllo il tappo. Tutto a posto. Mi accingo ad uscire in pozzetto per controllare fuori. Sono sulla scaletta e di nuovo il terribile scroscio di acqua che entra a dirotto. Il cono non ha tenuto e la pressione idrostatica esterna lo ha ricacciato dentro la barca. Ma stavolta ho l'ammaestramento della volta precedente. Non mi spavento. Cerco uno straccio adatto, di tessuto molto grosso e robusto. Prendo la mazzetta da 5 chili. Torno alla falla e recupero il cono saltato. Stavolta faccio con calma. Avvolgo lo straccio strettamente sul cono adoperando entrambe le mani. Ne viene fuori un aggeggio ben avvolto e stretto, intanto l'acqua continua a scrosciare, che incubo, ancora ne ho l'orribile rumore nelle orecchie. Poi infilo il cono nel foro e stavolta ci do di mazzetta finche' il cono non riesce piu' a procedere. Stavolta l'ho cacciato dentro con tale possanza che quando si trattera' di toglierlo, martellandolo da fuori, mi dara' il suo daffare. Il resto della notte e' senza altre sorprese. Io devo combattere contro la paranoia che mi spingerebbe a stare davanti al cono per non perderlo mai di vista e mi impongo di controllarlo invece solo ogni mezzora. Nel corso della notte il vento molla, viene l'alba e il mondo diventa meno angoscioso. Con la luce le paure si ridimensionano e prendo fiducia nella riparazione di fortuna. Ad ogni buon conto annego la testa del cono in un grosso malloppo di stucco epossidico speciale, che fa presa in presenza di acqua. Nella mattinata il tempo migliora decisamente e i due giorni di navigazione mi mancano per arrivare a Las Palmas di Gran Canaria, trascorrono in uno stato d'animo via via piu' sereno. Una volta in porto poi sara' il momento della riparazione, non semplice perche' non era possibile sollevare Ulyxes, il cantiere era sovraccarico di lavoro. E va beh. Che ci vuole. Un po' di inventiva, l'aiuto di Jose' Luis un amico canario che si presta a costruirmi personalmente una sorta di tappo, un sommozzatore sveglio, il toccasana epossidico di cui sopra e insomma il "fattapposta" fara' altre diecimila miglia senza fare una piega. Al prossimo carenaggio provvedero' in maniera piu' definitiva.

mercoledì 20 giugno 2012

036d 33.00 N / 003d 20.00 W Il vento e' tornato e Ulyxes procede con le vele a farfalla in una giornata bellissima. 
Messaggio ricevuto il 20/06/2012 ore 12:55 UTC


martedì 19 giugno 2012

036d 25.00 N / 004d 45.00 W Procedo lentamente in un mare liscio come l'olio. L'Andalusia e' molto bella. 
Messaggio ricevuto il 19/06/2012 ore 13:10 UTC


lunedì 18 giugno 2012

036d 08.00 N / 005d 12.00 W Sono in Mediterraneo! Ma che fatica anche oggi. Zero vento 
Messaggio ricevuto il 18/06/2012 ore 20:15 UTC


venerdì 15 giugno 2012

036d 11.00 N / 005d 56.00 W Ha vinto il levante, sono in porto a Barbate. 
Messaggio ricevuto il 15/06/2012 ore 20:00 UTC


mercoledì 13 giugno 2012

036d 06.00 N / 006d 32.00 W Una notte per cuori saldi.Un delirio di navi intorno, fiuuu, tutte scansate..:-)! 
Messaggio ricevuto il 13/06/2012 ore 6:15 UTC


martedì 12 giugno 2012

036d 14.00 N / 008d 19.00 W 145 24. Che notte!E che coppia!Fatti l'uno per l'altra. Lo skipper e la barca....naturalmente 
Messaggio ricevuto il 12/06/2012 ore 12:18 UTC


lunedì 11 giugno 2012

036d 33.00 N / 011d 14.00 W 115 24. Si va come treni e il mare e' maneggevole. 270 miglia allo Stretto 
Messaggio ricevuto il 11/06/2012 ore 19:48 UTC


domenica 10 giugno 2012

036d 41.00 N / 013d 41.00 W 95 24.E da ora ci sara' vento, forse tanto, fino a Gibilterra, vai Uly.. 
Messaggio ricevuto il 10/06/2012 ore 12:00 UTC


sabato 9 giugno 2012

036d 37.00 N / 015d 28.00 W 85 24.Dovrebbe entrare un bel vento da Nord. Sperem. 
Messaggio ricevuto il 09/06/2012 ore 12:00 UTC


venerdì 8 giugno 2012

036d 58.00 N / 017d 12.00 W 100 24.Siamo in piena alta pressione ...eppur si muove. Bravo Ulyxes 
Messaggio ricevuto il 08/06/2012 ore 12:00 UTC


giovedì 7 giugno 2012

036d 55.00 N / 019d 16.00 W 134 24. Eh vaii!!, Il traverso e' davvero l'ideale. quasi una libidine.. 
Messaggio ricevuto il 07/06/2012 ore 12:00 UTC


mercoledì 6 giugno 2012

036d 28.00 N / 021d 49.00 W 90 24. La lavatrice e' ripartita, molto mare ma anche molte miglia. 
Messaggio ricevuto il 06/06/2012 ore 12:00 UTC


martedì 5 giugno 2012

035d 40.00 N / 023d 29.00 W 100 24. Ulyxes non lo sa, qui dovremmo esserei n bonaccia piena, sshhhh.. 
Messaggio ricevuto il 05/06/2012 ore 12:00 UTC


lunedì 4 giugno 2012

035d 05.00 N / 025d 25.00 W 125 24. Condizioni ideali di navigazione, quasi quasi sto qua...:-) 
Messaggio ricevuto il 04/06/2012 ore 12:00 UTC


domenica 3 giugno 2012

034d 10.00 N / 027d 42.00 W 105 24. Salgo in latitudine per mantenere il vento. Mare bellisssimo 
Messaggio ricevuto il 03/06/2012 ore 12:00 UTC


sabato 2 giugno 2012

033d 13.00 N / 029d 23.00 W 112 24. Vento poco ma mare migliorato. Lampuga con maionese e insalata a pranzo 
Messaggio ricevuto il 02/06/2012 ore 12:00 UTC


venerdì 1 giugno 2012

033d 08.00 N / 031d 29.00 W 102 24. Buon vento anche stanotte. Col solito ballo di S.Vito :-) 
Messaggio ricevuto il 01/06/2012 ore 12:00 UTC