sabato 23 giugno 2012

La Scia

I monti dell'Andalusia sono ormai scomparsi nella bruma, dietro di noi, me ed Ulyxes. Che meravigliosa andatura col vento al giardinetto ed un mare ben maneggevole. A questa magnifica velocita', vedo le miglia rimanenti diminuire rapidamente e questo mi da' una grande felicita', quasi un'euforia. E poi c'e' una cosa che solo stando a bordo si puo' comprendere appieno. Quando la barca va veloce, la scia diventa uno spettacolo bellissimo che non ci si stanca mai di osservare, che ti ipnotizza. Ogni chiazza di schiuma che vedi scivola via e non la vedrai mai piu'. Mentre la vedi formarsi sta gia' scomparendo, e gia' il passato, le prossime chiazze giacciono, ignare ed invisibili, davanti alla prua, ma Ulyxes sta andando veloce, a stanarle, una ad una, e le fa nascere e, contemporaneamente, le abbandona, deve andare a creare le prossime. Questa infinita creazione e abbandono della schiuma della scia e' una metafora del trascorrere del tempo e dell'avvicinarsi della meta, e' vivere il tuo viaggio dando una dimensione ad ogni istante che passa, perche' in ogni istante la scia e' diversa. Quella che stai vedendo e' gia' un'altra, non e' piu' quella di un momento fa, che appartiene ormai al passato. Ma tutte le scie appartengono alla superficie del mare, nella sua infinitezza, con le sue onde potenti ma regolari, che danno un senso di virile affidabilita' e la barca sembra procedere su di esse come fosse sul del morbido velluto. E' davvero inspiegabile l'innocente sorpresa che mi colpisce nel vedere come Ulyxes reagisca ogni volta con una sua propria sensibilita' a condizioni di vento e di mare gia' incontrate mille volte in passato. Ogni volta sembra diversa. Come un'interpretazione artistica. Mi viene alle labbra spontaneo un complimento: Pero', questa barchetta! Forse pero' non sono sorpreso da come la barca si adatti al vento e al mare, ma da come questo miracoloso equilibrio di forze, questa misteriosa alchimia fra il denso del mare, l'impalpabile dell'aria, la determinatezza e la meccanica risoluzione della barca mi conducano dove io desidero, mi facciano viaggiare. E il viaggio in barca e' un andare verso la meta, ma e' anche un esistere in se', un amplesso totale con la natura e le sue forze. E con le mie forze. Conta raggiungere la meta del viaggio, quella che ho segnato sulla mia carta. Ma ugualmente conta tutta quella rotta che sulla carta traccio, momento per momento. Ogni punto di quella rotta e' un istante di quell'intimo rapporto con se' stessi, con la barca, con il mare, con il vento. Ciascuno di quei punti della rotta e' stato un punto dell'esistenza, in quei punti si e' arrivati, l'equilibrio tra le forze della natura, le reazioni della barca, la mia volonta', ci ha portato fino a ciascuno di essi. Ma ogni punto, una volta raggiunto, e' gia' storia, ha gia' dato tutto col solo fatto di esistere come punto della mia rotta. E' un momento. Subito sta maturando il prossimo punto che, come ogni punto del viaggio, e' agognato, e, non appena esso e' raggiunto, non appena diventa un trattino di matita sulla carta, esso cambia di sembianze, non e' piu' l'oggetto che desideravo conseguire, e' un'altra cosa, e' il passato ed il suo posto e' preso, dal futuro, dal punto che deve ancora venire, dal successivo momento della vita. Fino alla fine del viaggio, e fino alla fine dei giorni.

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