mercoledì 25 gennaio 2012

In assenza dei QSO in HF ci teniamo in contatto con i messaggi, anche se avere la radio muta mi rattrista, ma sono sicuro che non appena mettero' il naso fuori dal porto riavremo i nostri bei collegamenti. Passato il primo giorno un pochino allo sbando ora mi sto riabituando alla vita in barca. Non e' una cosa facilissima cambiare tutta l'organizzazione della propria vita nel volgere delle poche ore di volo che separano la Sardegna dal Brasile. La cosa che ti colpisce appena sceso dall'aereo e' la temperatura. Tanto per dirne una, dentro la barca ci sono spesso 36/37 gradi. Niente in comune con l'inverno che ho appena lasciato. Poi l'ambiente cosi' .... brasiliano ... Normalmente quando faccio dei viaggi in aereo, anche molto lunghi, organizzo tutto a puntino e non mi viene alcuna ansia o timore. Non e' stato cosi' stavolta per alcuni aspetti peculiari di questo viaggio. Uno e' stato il passaggio alla dogana brasiliana. Durante il volo ci hanno consegnato i formulari da riempire e consegnare poi alla dogana (Alfandega in idioma locale). Ho cominciato a scrivere tutto quello che, secondo le regole brasiliane, deve essere dichiarato. Quasi non mi bastava il formulario! Eh si, perche' non si puo' portare quasi nulla, ho dovuto annotare i miei 8 chili di pistoccu, i pezzi della barca e non ricordo quante altre cose. E qui bisogna fare le cose per bene. A causa dell' importazione irregolare di un pezzo di ricambio di scarso valore, una coppia di italiani navigatori non puo' piu' approdare in Brasile, pena la confisca della loro barca. Non volendo correre rischi ho annotato tutto sul formulario e, intanto, mi facevo il film del mio passaggio alla dogana. Quanto vale il pistoccu, e la falsa barra per Scipio autocostruita a Cagliari? E le parti che ho preparato per modificare Archimede? E le lampadine portatili a led, prese dai cinesi per poco, ma che fanno la loro figura, non crederanno che costano solo 2 euro ciascuna. M'immaginavo la discussione. Discussione si fa per dire, perche' in brasiliano, fuori dalle cose banali, non e' facile intendersi. Poi c'era la questione che avevo due valigie, una molto grande e pesante, e la borsa del computer. Come diavolo avrei spostato il tutto nell'aeroporto di Salvador fino alla "parada" del bus? E la questione degli spostamenti finali fino al marina, da farsi col buio e di domenica, un'accoppiata diabolica se piace l'imprevisto! Insomma avevo tanti pensieri che mi frullavano per la testa. Alla fine invece tutto e' andato per il meglio, la fortuna aiuta gli audaci e non mi e' capitato nulla di negativo. Pero' non so dire quanto sia stato vicino a qualche problema anche serio, almeno a stare a sentire qualcuno di qua al quale ho raccontato questi fatti. Mi hanno dato del matto! Ma forse esagerano....
Messaggio ricevuto il 25/01/2012 ore 19:00 UTC


lunedì 23 gennaio 2012

Vi scrivo dal pozzetto sfruttando l'ombra del tendalino e la brezza che, per fortuna c'e' quasi sempre, dentro la barca la temperatura e' quella di un forno e davvero c'e' da capire questi brasiliani di Salvador che non sono famosi per la voglia di lavorare, ma con questo clima, peraltro gradevolissimo se non sei costretto a lavorare, davvero darsi da fare e' da spiriti eccelsi, devi avere la tendenza la martirio per faticare quando anche il piu' piccolo movimento ti fa sudare. Per il prossimo futuro ho deciso di alzarmi prestissimo e lavorare alla barca solo nelle prime ore della mattina. Nel resto della giornata oziero'. Del resto sono o non sono un anziano pensionato?.... E' venuto trovarmi Alessio, un ingegnere di Cagliari che sta cercando di crearsi una strada qui a Salvador, e' nipote di certi miei conoscenti di Monserrato ed e' un profondo conoscitore di questi posti, mi portera' in giro per mostrarmi aspetti poco conosciuti della citta' ed e' una grande opportunita' per me. Certo che e' sorprendente quanti incontri si possono fare andando in giro in barca.
Messaggio ricevuto il 23/01/2012 ore 19:10 UTC


domenica 22 gennaio 2012

Dopo una lunga giornata eccomi finalmente a bordo di Ulyxes a riprendere un po' il fiato. Sono in giro dalle quattro di stamane con tanti bagagli e la paura che qualcosa potesse andare storto. Invece tutto e' filato via liscio, compresa la dogana brasiliana dove le mie provviste e i pezzi per la barca che mi sono portato appresso hanno richiesto diplomazia e un pochino di faccia tosta. Che incredibile cambiamento climatico! Dai 4 gradi di Milano di poche ore fa sono passato alla sauna permanente di Salvador, calzoni corti e ciabatte e via, siamo di nuovo nell'estate tropicale dondolando sulla mia barchetta che sembrava aspettarmi. Questo mese a Cagliari e' volato, ho quasi l'impressione di non essere mai partito. E da domani comincio a lavorare sodo in preparazione della partenza, non vedo l'ora di rimettermi in mare, l'oceano e' qui fuori che mi aspetta ed io ho tanta voglia di sentire di nuovo il vento in faccia e di far filare Ulyxes verso la Guiana. Domani riprovero' a stabilire il contatto radio, speriamo di potervi sentire.
Messaggio ricevuto il 22/01/2012 ore 23:35 UTC