mercoledì 9 maggio 2012

Avventure di pesca

In navigazione la pesca e' un passatempo simpatico e, alle volte, succulento... e stamane, secondo giorno di traversata da Antigua a Gibilterra, avevo filato la mia lenza con la speranza ovvia di qualche cattura interessante. Gia' ieri avevo ferrato un grosso pesce ma, quando l'ho tirato sotto la poppa ho visto, per via di certi dentacci acuminati, che si trattava di un predatore di una specie a me sconosciuta. In queste acque esiste un problema che si chiama "ciguatera", e' una grave intossicazione alimentare che puo' essere causata dal cibarsi di pesci predatori che si nutrono di altri pesci che vivono nella barriera corallina e che, a loro volta, si nutrono di un tipo particolare di alga, la quale contiene una tossina che ai pesci non fa male ma agli umani crea dei gravi danni neurologici. Nel dubbio potesse trattarsi di un predatore di scogliera e non uno pelagico, ho deciso che non l'avrei mangiato, ho dato alcuni scrolloni violenti alla lenza e il suddetto predatore, magari con un po' si male alla dentatura, si e' liberato ed e' fuggito via. Dicevo appunto che stamane ho filato di nuovo la lenza, la distanza dalla costa era ormai sufficiente per stare tranquilli dai rischi di ciguatera. Mentre la barca fila, si fa per dire, ai sui bei tre nodini, e io sto leggendo sdraiato in pozzetto, di sfuggita, do' un'occhiata alla lenza e, perbacco, non e' sulla scia della barca come al solito, e' tutta spostata sulla destra. Ma allora c'e' un pesce. E dev'essere anche di bella taglia. Salto su, prendo la lenza in mano e mi rendo conto che la trazione e' notevole. Entusiasmo alle stelle. Comincio a lavorare la mia preda. Recupera, molla quando il pesce tira violentemente, recupera di nuovo quando lui molla, e cosi' per lungo tempo, il pesce e' grosso, forte e resistente. Intanto mi torna alla mente un episodio accaduto tanti anni fa in una traversata dalle Azzorre a Cagliari. In quell'occasione, dopo una lotta durata un'oretta, estenuante ed emozionante, tirai su un tonno che era tanto pesante che non riuscivo neppure ad issarlo a bordo. Non mi era mai capitato prima di catturare una preda cosi' grande. Ero felicissimo. Eravamo in due a bordo, mangiammo tonno tre o quattro volte e poi, non avendo frigo e non potendo mangiare sempre tonno, fini' che la gran parte di quel magnifico animale fu ributtata in mare e io provai una grande pena per averlo ucciso senza un vero e valido motivo. Questi pensieri mi attraversavano la mente mentre ero impegnato a recuperare quest'altra preda, non cosi' grande, ma ancora piu' bella dell'altra. Man mano che recuperavo la lenza ho riconosciuto una corifena, doveva pesare almeno una decina di chili. Ogni tanto intravedevo l'azzurro e l'oro della sua livrea. Tirava con grande energia. Nuotava praticamente di fianco alla barca, tenendo sempre la lenza tesa al massimo. Man mano che la tiravo piu' vicina sentivo che l'entusiasmo e la partecipazione stavano diminuendo in me, lo spirito predatorio doveva fare i conti col ricordo di quel tonno sciupato tanti anni fa. La corifena era sempre piu' vicina ed io mi chiedevo che cosa ne avrei fatto. Certo oggi e domani sarebbe stata corifena a pranzo e a cena ma poi? Il frigo e' pieno di provviste irrinunciabili, necessarie alla lunga traversata appena iniziata e non c'e' alcun posto libero. Intanto la magnifica preda, con i suoi azzurri ed i suoi ori, era ormai a poppa della barca. Era bellissima, enorme, con quella sua gola spalancata che lasciava intravedere dei colori rosa e bianchi. E gli occhi. Quegli occhi cosi' vivi ed espressivi. Sembrava di leggerci tutto lo stupore di un essere che, inaspettatamente, si trova senza piu' la sua liberta'. Si agitava da matti ma io continuavo, per forza d'inerzia, con l'operazione di recupero. L'ho anche toccata col rafio senza riuscire ad arpionarla tanto si agitava. Infine, con uno scatto prodigioso e' saltata fuori dall'acqua e nel ricascare ha letteralmente strappato l'ancoretta dall'esca finta. E' rimasta immobile, libera, forse incredula e poi, con un guizzo e' scomparsa nelle profondita'. Ho avuto un attimo di rammarico, niente pesce fresco per oggi mi sono detto. Ma subito dopo ho provato una grande liberazione, una grande felicita', quegli azzurri e ori, quei grandi occhi che ho visto vicinissimi, erano ancora in mare, nel loro mondo, vivi e splendidi ... e io ho comunque tante altre cose di cui nutrirmi.

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