lunedì 12 dicembre 2011

Da Salvador

Sono passati ormai parecchi giorni dal mio arrivo a Salvador e comincio a orizzontarmi in questa straordinaria citta'. Accantonata un po' la veste di navigatore e indossati i panni del turista, anche se un pochino "sui generis", comincio col dire che mi e' capitata una rara fortuna. Tramite il mio amico navigatore Manfred, ho potuto conoscere alcuni bahiani autentici, stare con loro e conoscere dal di dentro come vivono frequentandoli nel loro ambiente. Innanzitutto mi ha colpito la facilita' dei rapporti e l'apertura verso lo straniero di questi brasiliani, sara' che sono caratteri che appartengono anche a me, ma e' stato del tutto naturale entrare in sintonia e relazionarci. Pensate che ieri abbiamo collaborato, io e Gianfranco, quel mio caro amico venuto a trovarmi, alla traduzione in italiano di una bella poesia che parla fondamentalmente di Manfred e del suo rapporto col mare, scritta da Nelio, un simpaticissimo professore di danza. La poesia era scritta in brasiliano, lui non parla italiano ma, grazie alla sua capacita' comunicativa e con un lavoro collettivo, siamo riusciti a trasporla in italiano, con un risultato che ci e' sembrato davvero godibile. Nei prossimi giorni Nelio verra' su Ulyxes e io lo riprendero' mentre leggera' la sua poesia. Poi metteremo sul sito le immagini e il testo della poesia, desidero proprio mettervi a parte di questa bellissima esperienza. Passata questa parentesi "letteraria", oggi abbiamo visitato la costa a nord di Salvador, una costa fatta di tante spiagge, una di seguito all'altra, bellissime. Sono fatte di una sabbia fine e pulita e sono separate da basse punte rocciose scure. Sono talmente tante che, malgrado i bahiani siano milioni, non erano affatto affollate. Si aprono sull'oceano, ma le loro acque sono calme e tranquille perche' sono protette da bassi fondali e scogliere sulle quali le onde oceaniche si infrangono e smorzano la loro forza, lasciando uno specchio d'acqua sicuro e calmo. Alle spalle le palme da cocco, con i frutti appesi, le cingono con i loro fusti altissimi. Uno spettacolo mozzafiato. Non mi sorprende che tanti italiani si siano stabiliti qui e non vogliano piu' andarsene. Resta sempre il problema, serio, della sicurezza, e' un vero peccato, condiziona la loro vita e, malgrado il grande sforzo da parte delle forze dell'ordine, molto presenti e visibili, ancora tanto resta da fare. Com'e' fatta l'umanita', a causa di una parte, non necessariamente numerosa, la stragrande maggioranza vive sotto un pesante condizionamento. Chissa' se un giorno non conosceremo una societa' migliore, magari piu' giusta, e piu' "umana".

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