giovedì 17 giugno 2004

Il Golfo di Biscaglia

E ci riproviamo. Ci sono da fare 450 miglia, rotta NNE, in uno dei golfi ben conosciuto, e non certo per le delicatezze del suo clima: il Golfo di Biscaglia. Siamo stati fermi quasi due settimane a La Coruña, prima per riparare alcune avarie e poi nell’attesa che il vento da nord mollasse e ci permettesse di far rotta verso l'Inghilterra. In tutto questo periodo Ulyxes è stato sempre a terra sull’invaso, può essere varato solo quando saremo sicuri di partire. Infatti, non ci sono ormeggi disponibili e perciò, una volta a mollo, bisogna mettere in moto e sparire. Intorno alle ore 18:00 la barca viene imbracata e trasportata col travel-lift verso il bacino d'alaggio. Ho il solito batticuore che mi prende quando la barca è per aria. Lei, la cui sola ragion d’essere è di galleggiare sull’acqua, quando è in aria, sospesa, è assolutamente indifesa e impotente. E se qualcosa andasse storto sarei assolutamente impotente anch’io, non potrei fare nulla per aiutarla. Ma tutto va per il meglio. Ulyxes viene varata, vado a controllare per eventuali vie d'acqua, tutto sembra asciutto e in ordine. Metto in moto. Giovanni parte come un orologio. Macchina avanti, lasciamo il bacino con grandi saluti al personale di Marinaseca, che in queste settimane abbiamo avuto modo di conoscere e apprezzare. Usciamo lentamente dal grande porto di La Coruña, cercando di imprimere nella mente le ultime istantanee della città e della sua "ria" e del faro di Hercules. Appena fuori mettiamo in rotta per 005°, c'è da scapolare Cabo Prior prima di poter fare rotta 020° per Falmouth. Vento da NE 10 kts che muore rapidamente e quindi si va a motore. Ore 21:00 arriva improvvisamente la nebbia, fitta come maionese, dal pozzetto si vede a mala pena la prua. Non è la prima volta che l’incontro, ma qui, in acque sconosciute è un'altra cosa, il senso d’insicurezza prende allo stomaco. Il traffico navale è intenso per la presenza ravvicinata dei porti di La Coruña e di El Ferrol e, inoltre, in queste acque c’è sempre un gran movimento di pescherecci. Mi metto al radar mentre Amalia ha l'incarico di stare di vedetta ad ...annusare la presenza d’altre imbarcazioni. Sì perché in queste circostanze gli altri sensi sono quasi inutili. La vigilanza è ininterrotta per tutta la notte. C'è un momento in cui ci sono ben cinque echi radar nel raggio di un solo miglio. Manovriamo in continuazione per mantenere le distanze di sicurezza, le altre imbarcazioni ci passano di lato, le seguo al radar, ne udiamo chiaramente il rumore. Tutto senza poter neppure intravederle. Intorno a mezzanotte l’ennesimo contrattempo, il generatore smette di caricare, ancora il generatore! Provo a smanettare nel quadro elettrico ma non ci sono miglioramenti. La situazione è seria perché l’elevato assorbimento delle luci di navigazione e del radar spianerebbe le batterie nel corso della nottata. Non abbiamo neppure un po’ di vento per far girare le pale di Pancho, il generatore eolico. Spengo tutte le utenze, comprese le luci di navigazione, tanto in queste condizioni la loro utilità è nulla, tengo solo il radar su stand-by. La notte continua con attivazione del radar ogni 15 minuti e poi brevi sonnellini; per fortuna, allontanandoci dalla costa, il traffico diminuisce fino ad essere completamente assente verso l'alba. Certo che come inizio non c'è male....


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